2 Polverosi Ichnusa al Rally dell'Umbria 2023

Maurizio e Danilo saltano il tirreno



Scrive Maurizio:
Verso novembre mi capita di incappare in qualche pubblicità del rally dell’umbria e penso che sarebbe bello provarci. Ricordo che qualche anno fa aveva già lanciato l’idea Danilo Ibba e così lo chiamo per sapere cosa ne pensa; aderisce immediatamente!
L’idea è quella di farlo con le moto da enduro anche se ricordo che lo scorso anno lo ha fatto Alberto Desantis con il KTM 1090; a me in realtà viene il panico a pensare di farlo con la XCAPE soprattutto in caso di pioggia e non sapendo a cosa si va incontro. In realtà potrei sentirmi confortato dalla lettura del sito del motoclub Umbria che banalizza e dice che la moto ideale non esiste ma è semplicemente la tua; però dice che la moto ideale è il Beta Alp.
Tra il vedere ed il non vedere propongo le enduro e Danilo è d’accordo.
Ne parliamo con qualcuno che potrebbe essere interessato considerando che la trasferta richiede di organizzarsi con auto e carrello al seguito.
Qualcuno pare interessato ma poi per un motivo o per un altro tutti si sfilano; rimaniamo soltanto io e Danilo.
Paghiamo da subito la quota di iscrizione di 360 euro e poi attendiamo le comunicazioni da parte del motoclub Umbria che giungono di tanto in tanto.
Si tratta della dodicesima edizione della manifestazione che si svolge in tre giornate dal venerdì 21 aprile alla domenica 23 aprile.
Man mano che ci avviciniamo alla data della partenza mi trovo a dover risolvere una serie di problemi; in primis la sistemazione per la quale chiedo suggerimenti all’organizzazione che ci indicherà l’hotel quattro torri best western, a circa 10 km dal centro di Perugia e che si rivelerà perfetto. Poi il traghetto che viene trovato da Cagliari a Civitavecchia con Grimaldi all’andata (19 aprile) e da Civitavecchia a Olbia con Tirrenia al ritorno (23 aprile).
Infine devo combattere con l’auto che dapprima mi costringe alla sostituzione della frizione e la cosa si conclude pochi giorni prima della partenza per lungaggini nella fornitura di un pezzo, e poi sistemo nel collegamento elettrico del carrello che non funzionava. Anche il carrello va sistemato e revisionato; anche in questo caso la fanaleria viene sistemata sul filo di lana (il giorno prima della partenza) mentre la revisione ancorché prenotata da mesi ancora non si è fatta.
La mano del dottor Gianni Puzzoni sistema le moto per ridurre il rischio di sorprese durante il rally (tagliando classico con in più cuscinetti ruota e pastiglie).
Io faccio inserire uno strato di gel da 1 cm nella sella in previsione dei molti kilometri da percorrere e metto delle sovramanopole in spugna per assorbire le vibrazioni.
Anche Danilo fa manutenzione straordinaria alla moto per evitare sorprese spiacevoli.
Con un pochino di patema d’animo finalmente il 19 partiamo alle 20,00 per arrivare a Civitavecchia alle 11,00 del 20 aprile dopo scalo notturno ad Arbatax.
Il 20 ci dirigiamo subito verso l’hotel da cui poi recarci al centro di Perugia, in piazza matteotti, per ritirare gadget, tabelle della manifestazione e tracce gps dei percorsi delle tre giornate. Strada facendo ci fermiamo al ristorante Ferretti sulla SS 3 bis al Km 22,700 ad Acquasparta (Terni) dove mangiamo veramente bene.
Arrivati all’hotel, sistemiamo l’auto nel garage coperto e caliamo le moto che usiamo dopo aver scaricato i bagagli e fatta una doccia tonificante.
L’uso delle moto per andare al centro di Perugia è raccomandato dall’organizzazione per ovvii motivi di trafficabilità Giunti in piazza matteotti troviamo un bel po’ di moto e piloti intenti a registrarsi.

Diamo uno sguardo e da subito classifichiamo parecchi tagatzu piloti e anche tagatzu moto (molti BMW 1200 con conducenti di dubbie capacità fuoristradistiche, perlomeno con quelle moto) ma anche diversi piloti tagatzu e moto tagatzu. C’è molta varietà: Honda CRF 300, una Beta rr 350, diverse Husqvarna 701, molti KTM 690, Gilera 600, Yamaha TT, Suzuki DRZ, KTM 990 e oltre, Yamaha TT 700, qualche due tempi.
Alcune moto sono chiaramente rallistiche con roadbook, serbatoi maggiorati, ecc.
Ritiriamo tabelle e tracce (ci danno anche una tshirt, un giacchino impermeabile, una bottiglia di vino) e chiediamo informazioni all’organizzazione.
Ci viene chiarito quanto già notificato con il briefing inviato poco prima con email: ogni tappa prevede una sosta merenda a metà (nell’ultima tappa è un pranzo), i benzinai sono ubicati al massimo dopo 90 Km circa e sono state fatte le tracce tenendo conto della necessità di inserire dei distributori, tutte le strade sono aperte al traffico. Ci dicono che i percorsi sono non impossibili ma molto impegnativi, a tratti, per le bicilindriche non specialistiche e quindi consigliabile solo ai più esperti e smaliziati; sono previsti diversi tagli in questi casi.

Le tre tappe in senso orario....


Dopo una buona cena li vicino, torniamo in albergo in vista della partenza dell’indomani.
La partenza del venerdì 21 aprile è prevista alle ore 9,00 da piazza matteotti, per cui ci alziamo per tempo e ci rechiamo alla partenza dove arriviamo zinghi zinghi perché bucavamo una deviazione per arrivarci e abbiamo voluto evitare ZTL chiuse. Si parte da un portale del motoclub, tre alla volta per evitare caos; anche l’arrivo sarà attraverso un portale per consentire all’organizzazione di monitorare chi arriva e valutare se necessario andare a cercare qualcuno. Abbiamo intervistato una scopa che ha detto di aver già valutato di dover fare notte!
In questa prima giornata sono previsti 220 Km e per chi volesse sono previsti 4 tagli di percorso, alcuni anche importanti.
Alla partenza grosse ammucchiate e per svariati kilometri, anche a causa di autocarri e trattori, piloti tagatzu e e tagatzu piloti procedono mescolati. Dopo un pochino inizia la selezione anche per la presenza di tratti un pochino più tecnici; spariscono le bicilindriche meno tecniche.
Da segnalare un fuoripista di un tale con la Husqvarna 701 che sulla ghiaia sbandiera fa un lungo.
Diversi i passaggi divertenti e in alcuni di essi troviamo i fotografi pronti a immortalare; il motoclub le pubblicherà tutte sul proprio sito.



Lungo il percorso vediamo diversi casolari ormai abbandonati, a testimoniare che lo spopolamento delle zone interne non è un problema solo della Sardegna.
Il tracciato di oggi si articola verso nord, facendoci passare a ridosso del lago Trasimeno per poi sconfinare in Toscana verso Cortona e poi girare per rientrare verso Perugia.
Prima di pranzo ci imbattiamo in un contadino, inferocito per il passaggio di tante moto sulla strada di sua pertinenza che mette di traverso il trattore e cerca di impedire il passaggio. Dopo varie discussioni si riesce a passare.
Segnalo l’andatura sostenuta di Danilo che ha pochi pari; segnalo anche parecchia polvere nonostante la pioggia degli ultimi giorni.
Giungiamo in orario perfetto alla merenda di metà percorso (pranzo) a Volterrano, dove è stato sistemato uno spiazzo con tendoni, panche e tavolate.




Durante la merenda ci informano che il questore nella mattinata ha emesso un’ordinanza che impedisce di rientrare in piazza Matteotti e quindi l’arrivo sarà anticipato e prossimo ai giardini Carducci.
Mentre mangiamo inizia a piovigginare, niente di che ma buono per eliminare la polvere anche se rende ancora più insidiosi certi passaggi per le bicilindriche.
Dopo la merenda percorsi molto divertenti ma impegnativi per le bicilindriche tant’è che ci troviamo ad aiutare in salita un tedesco su una Yamaha TT 700 caduto su rocce scivolose.
Osservo parecchie difficoltà da parte di chi ha le moto più pesanti, nei percorsi più accidentati.
In un quadrivio sbaglio strada e mi accorgo dell’errore dopo aver provato varie alternative; Danilo mi aspetta al bivio giusto e mi chiama al telefono perché ci impiego parecchio tempo a ritornare. Rientro finale semplice anche se incontriamo molti piloti fermi lungo strada e addirittura qualcuno che torna indietro; poi capirò che si trattava di persone in difficoltà a causa del fango venutosi a formare a causa della pioggia.




A causa dell’ordinanza del questore lasciamo le moto al parcheggio dei giardini Carducci e ci rechiamo a piedi a piazza Matteotti a berci una birra e rilassarci; la maggior parte dei piloti arriverà dopo di noi.
Le moto sono luride, coperte di fango appiccicoso per cui decidiamo di andare in un lavaggio per renderle utilizzabili per il giorno seguente.
Quando stiamo pensando di andare al lavaggio ci accorgiamo di una perdita d’olio dal DRZ di Danilo, dal pignone evidentemente non serrato a dovere dopo essere stato cambiato. Chiediamo aiuto al rappresentante del motoclub Umbria che ci rimanda al meccanico convenzionato per l’assistenza.
Andiamo dal meccanico, dopo aver lavato le moto in un autolavaggio, che risolve il problema ed aggiunge 1 Kg di olio alla moto.
Sono stanco ma meno di quanto temessi; mi fa male la prostata perché l’effetto del pantaloncino da ciclismo che ho indossato è stato quello di comprimerla anziché di rendere la seduta più comoda. Inoltre lo zaino 24 mx mi tira troppo le spalle.
L’organizzazione dice che la tappa appena fatta è la più tecnica e direi, col senno di poi, che l’indicazione è corretta. L’ho trovata divertente ma non difficile anche se ammetto che con la bicilindrica non sarei stato in grado di fare certi passaggi (non pochi).
Dopo la doccia in albergo ci rechiamo alla taverna dell’edera, nelle vicinanze, dove ceniamo molto bene.
Sabato seconda tappa con partenza modificata rispetto alla previsione iniziale a causa dell’ordinanza del questore; si parte alle 8,00 per percorrere circa 280 Km.








Casualmente mi dimentico di indossare il pantaloncino da ciclista e cambio zaino; le scelte si riveleranno corrette perché a fine giornata sarò meno stanco di ieri.
E’ una tappa molto paesaggistica con alcuni scorci meritevoli di sosta prolungata per godere del paesaggio di notevole bellezza.
Dopo la partenza una divertente mulattiera con qualche gradino e canale e con un fotografo messo in un punto particolare, una curva che in uscita presentava un gradino e poi una salita con canali e pietre, che è stato anche travolto da una moto. Dopo mezz’oretta di moto vi è la colazione offerta presso un baretto lungo strada a FRATTICIOLA Selvatica.
Da lì facciamo un lungo sterrato dopo il quale mi perdo e faccio perdere circa 45 minuti a Danilo che mi aspetta mentre io recupero il percorso con la apposita funzione Garmin.
Quando ci ricongiungiamo, cambiamo moto per alcuni kilometri giusto per constatare la differenza di guida GPS (Danilo ha un visore grande in cui sono molto evidenti la traccia in blu e il puntatore con la traccia già percorsa in rosso mentre io mi affido al Garmin EDGE 530 da bici che è tanto chiaro in certi frangenti quanto difficoltoso da interpretare in molti altri). Saliamo sul monte cavallo su una sterrata ricoperta da pietre smosse (meglio direi che erano solo pietre smosse), molto simile alle nostre, e arriviamo in un pianoro in cima al monte con un panorama bellissimo con tutti i monti sibillini (appennino tra Umbria e Marche) innevati. Al pianoro arriva anche un tizio con un BMW 1200 che pur guidando molto bene, fatica parecchio e rischia non poco. E’ molto soddisfatto di essere riuscito nell’impresa.




Altro pilota molto forte, in tutti i sensi, è tal Lorenzo di Roma che fa tutto il giro senza ricorrere ai tagli di percorso, con una Honda crf 1000 Africa Twin.
Anche la discesa dal pianoro sull’altro versante è lungo una pietraia abbastanza impegnativa. Facciamo spuntino a Cerreto di Spoleto, paesino molto ben esposto, e poi ripartiamo.
Seguo Danilo perché col garmin fatico a seguire la traccia.
Fra me e lui si frappongono degli austriaci che riesco a superare dopo che si impantanano su delle pozzanghere Da lì mi attacco a Danilo che cammina come un dannato e mi costringe a impegnarmi nella guida per mantenere il passo.
Dopo il rifornimento proseguiamo su sterrati non impegnativi e saliamo sul monte Subasio facendo una cura estrema di tornanti. La strada del Subasio è fattibile anche con moto stradali anche se occorre prestare attenzione al fondo stradale molto infido nelle curve.
In cima bellissimo panorama da cui si vede in lontananza anche il lago Trasimeno.
Si scende sull’altro versante dove il traffico aumenta man mano che ci avviciniamo all’eremo di San Francesco Proseguiamo la strada fino al ritrovo di Rocca Sant’Angelo dove c’è un rinfresco a base di spuntini tipici locali e birra ichnusa.
Ci informano di essere riusciti a recuperare la situazione con il questore (ritiro dell’ordinanza) e che quindi la partenza della terza ed ultima tappa sarà nuovamente da piazza Matteotti.
Da lì si rientra a Perugia via asfalto. Meno stanco di quanto potessi temere.




Domenica ultima tappa di 142 Km. Si parte lungo un percorso privo di difficoltà e, questo si, fattibile anche con le bicilindriche. Sterratoni molto veloci alternati a tratti in asfalto.
Piccolo giallo dopo un quarto d’ora dalla partenza quando il nostro amico Lorenzo cade in una curva dopo aver messo le ruote sull’erba alta della banchina stradale. Piacevoli quelli di montagna, più stretti, lenti, accidentati ma non impegnativi.
Curioso un passaggio all’interno di un portale ad arco che ci fa passare all’interno di un piccolo centro molto antico. In conclusione del percorso si passa al Fosso di Collazzone che è un posto molto noto agli enduristi umbri che è una fangaia con una risalita in cui il fango secco ha costruito dei solchi che rendono il percorso impegnativo. E’ un tratto impossibile da fare con un bicilindrico pesante, secondo me.
Prima di arrivare al fosso troviamo un piccolo guado con tanto di fotografo in uscita che mi stuzzica a dare gas mentre lo attraverso e lo faccio aprendo l’acqua in maniera spettacolare. Dopo molti sterratoni lungo i campi arriviamo per primi a Deruta e ci fanno attendere prima di entrare in centro a causa di una gara podistica che si deve ancora concludere.
A Deruta ci offrono il pranzo e da li rientriamo all’albergo dopo aver lavato le moto.
Carichiamo e ci avviamo a Civitavecchia con ampia disponibilità di tempo.





Impressioni finali:
Esperienza divertente e affrontata in maniera giusta con la moto giusta.
Promuovo la moto che si è comportata ottimamente; unico neo la sella troppo dura per durate così lunghe.
Il gel che gli ho montato non risolve la rigidità della sella ma al limite attenua vibrazioni.
Non va bene tenere la mutandina da ciclista perché il primo giorno mi ha trasferito la compressione dalle ossa del bacino, più sopportabile, alla prostata.
Promuovo l’organizzazione anche se concordo che la presentazione del rally può indurre qualcuno a partecipare con moto inadeguate e questo non va bene.
In effetti certi personaggi e certe moto dopo la partenza sono sparite e forse hanno optato per percorsi meno impegnativi.




Scrive Danilo:
Ringrazio Maurizio per avermi coinvolto in questa bella esperienza…. Siamo soliti forrogare la nostra bella isola in lungo e in largo, farlo oltre mare è pertanto una “piccola” avventura dal sapore speciale.
Sia io che Maurizio siamo legati all’Umbria per ragioni di vita, e credo che questo abbia contribuito a far scattare la molla.
Tre giorni e tre tappe bellissimi, come promesso dall’impeccabile organizzazione del motoclub di Perugia, la prima tappa è stata tecnica, la seconda meno ma con 50km in più e la terza un giro rilassante che ci ha permesso un tranquillo commiato da quei territori. Che culo con il clima, temperatura perfetta e cieli tersi, il periodo migliore per vedere una terra verde e rigogliosa. I tracciati ben equilibrati, con ricercati passaggi nei posti più caratteristici.
Mi ha stupito l’accoglienza della gente, a parte il caso del trattore citato da Maurizio, non era raro vedere la gente bordo strada che salutava al nostro passaggio, persino i vigili urbani erano cortesi e ci chiedevano se eravamo soddisfatti …. Va detto che alcuni si sono lamentati per la eccessiva difficoltà del percorso, specie il venerdì, nonostante abbiamo fatto tutti i tagli per evitare i punti più tosti, c’è chi ha chiuso la prima tappa alle 7:30 di sera. Nei giorni seguenti, alcuni si sono letteralmente inventati un loro giro senza saltare i punti di ristoro ….
Ho chiacchierato con una signora che elargiva zuppa di lenticchie e salsiccia ed ho scoperto che loro erano della pro loco e di moto non ne sapevano mezza …. ho trovato molto astuto coinvolgere il territorio.
Mi piacerebbe fare anche l’edizione del 2024 …. chissà!!!





E ora alcune foto